Sabato 9 novembre alle 21 e domenica alle 17.30, in scena al Teatro Era (Parco Jerzy Grotowski, Pontedera), il “Misantropo” di Moliere con Giulio Scarpati e Valeria Solarino protagonisti di una versione che vede la regia di Nora Venturini e un cast con Blas Roca Rey, Anna Ferraioli, Matteo Quinzi, Federica Zacchia, Mauro Lamanna e Matteo Cecchi. Lo spettacolo sarà al Teatro della Pergola dal 12 al 17 novembre.

Un uomo e una donna con torti e ragioni equamente distribuiti, protervi nel non cedere alle richieste dell’altro, attaccati tenacemente alle proprie scelte di vita, in perenne conflitto tra loro. Giulio Scarpati e Valeria Solarino sono i protagonisti del Misantropo di Molière diretto da Nora Venturini, una commedia amara in cui non è previsto il lieto fine. Attorno a loro si muove un carosello di tipi umani: il politico con velleità da scrittore, i giovani bene, vanesi e modaioli, la dama di carità, ipocrita e bigotta; parodie dei vizi e dei difetti dell’alta società di ieri, di oggi e domani.

“Il Misantropo è la storia di un uomo che vuole avere un incontro decisivo con la donna che ama e che alla fine di un’intera giornata non ci è ancora riuscito – spiega Nora Venturini nelle note di regia. Le parole con cui Louis Jouvet, grande uomo di teatro, riassumeva il capolavoro di Molière, lette per la prima volta mi fecero sorridere per la loro evidente ironia. In realtà colgono un elemento importante dell’opera, spesso trascurato a favore del tema politico dell’uomo onesto e sincero in lotta contro la corruzione e l’ipocrisia della società. In questo capolavoro sempre in equilibrio tra commedia e tragedia, l’aspetto privato del tormento amoroso è dal punto di vista teatrale altrettanto interessante di quello sociale, perché ne evidenzia il fattore umano e ce lo rende sempre attuale a distanza di secoli. Nella sua urgenza di chiarirsi con Celimene, che gli sfugge e evita il confronto, spazzando via ogni ambiguità, Alceste è un personaggio estremamente moderno, contraddittorio sino al parossismo. Un uomo cerebrale e indignato, una specie di anacoreta per il quale il Bene, l’Etica, sono scelte assolute che non ammettono il minimo compromesso, rivendicate con furore nella scena della litigata con l’amico Filinto, che ho voluto in proscenio, a stretto contatto con il pubblico, quasi un prologo dello spettacolo. Ma Alceste è insieme un uomo profondamente passionale, carnale, un masochista dominato da un desiderio tirannico e insaziabile per una donna che è il suo opposto in tutto, visione del mondo, stile di vita, idea dei rapporti umani. Alceste è un uomo come noi: si indigna per ciò che desidera, soffre nella testa e nella carne, muovendosi in una società dove l’apparenza prevale sui valori. Lo stesso vale per Celimene, signora dei salotti, attorniata dalla sua corte mondana, che non vuole rinunciare a niente, né all’amore esclusivo di Alceste, né al gioco seduttivo con una schiera di pretendenti. Proprio la loro incompatibilità è la molla che li spinge l’uno verso l’altra. Tragici e comici insieme, Alceste e Celimene sono nostri contemporanei come coppia sentimentalmente impossibile: non si capiscono ma si amano, si sfuggono ma si cercano, si detestano eppure faticano a separarsi. Sono un uomo e una donna di oggi, con torti e ragioni equamente distribuiti, protervi nel non cedere alle richieste dell’altro, attaccati tenacemente alle proprie scelte di vita, in perenne conflitto tra loro.  Alceste e Celimene sono i protagonisti di una commedia amara, in cui non è previsto l’happy end. Attorno a loro si muove un carosello di tipi umani: il politico con velleità da scrittore, i giovani bene, vanesi e modaioli, la dama di carità, ipocrita e bigotta; parodie attualissime dei vizi e dei difetti dell’alta società di ieri, di oggi e di domani. Nei loro difetti possiamo ritrovarci e riconoscerci; e ne ridiamo, guardandoci allo specchio. E un grande specchio incombe sulla scena, il teatrino- salotto di Celimene, dietro le cui tende intravediamo la compagnia prepararsi per la rappresentazione. Nello spettacolo il mondo contemporaneo irrompe nell’antichità classica, la realtà nella finzione, e lo spettatore può vedere riflessi, nella superficie antica, gli slanci e le idiosincrasie che sperimenta ogni giorno”. Tutti i dettagli su www.teatroera.it.

Giulio Scarpati

Appassionato di recitazione fin da piccolo, Giulio Scarpati debutta con la Cooperativa Teatro G e, dal 1977 al 1983, è protagonista di opere di grandi autori in giro per l’Italia. Sono anni felici in cui può maturare dal punto di vista professionale ed il teatro rimarrà sempre il suo primo amore tanto che, dal 2012 al 2014, ritorna con “Oscura immensità” e anche dal 2015 al 2018 con “Una giornata particolare”, al fianco di Valeria Solarino.

Per quanto riguarda il piccolo schermo, debutta nel 1984 in un episodio della serie tv “Due assi per un turbo”, ma il successo arriva nel 1998 con “Un medico in famiglia”, dove interpreta il Dottor Lele Martini, ruolo che ogni tanto lascia per non essere identificato totalmente con questo personaggio. Nel 2008 recita in “Don Zeno – L’Uomo di Nomadelfia”, mentre nel 2011 è protagonista di “Cugino&Cugino” con Nino Frassica, in onda per una sola serie. Nel 2014 veste i panni del preside in “Fuoriclasse”, con Luciana Littizzetto e nel 2016 prende parte al cortometraggio Il padre di mia figlia.

Valeria Solarino

Dopo gli anni di formazione alla scuola del Teatro Stabile di Torino, nel 2003 Valeria Solarino inizia ad affiancare alle esperienze sul palcoscenico i ruoli al cinema con “La felicità non costa niente” di Mimmo Calopresti, “Fame chimica” di Antonio Bocola e “Che ne sarà di noi” di Giovanni Veronesi. Tra le molte pellicole in cui ha recitato fino a oggi: “Viola di mare” di Donatella Maiorca, “Signorina Effe” di Wilma Labate, “La febbre” di Alessandro D’Alatri, “Valzer” di Salvatore Maira. E ancora, “Vallanzasca – Gli angeli del male” diretta da Michele Placido e “Italians” per la regia di Giovanni Veronesi, fino ai più recenti: la trilogia “Smetto quando voglio” di Sidney Sibilia, il film corale “A casa tutti bene” di Gabriele Muccino nelle sale nel 2018 e in “Quanto Basta” di Francesco Falaschi. Valeria Solarino non abbandona mai il teatro, che coltiva contemporaneamente al cinema, lavorando con diversi registi: Malosti, Vacis, Avogadro e dove è stata protagonista di “Una giornata particolare”, la trasposizione del capolavoro di Ettore Scola, tra il 2016 e il 2017, e de “Il Misantropo” di Molière nel 2019. Non mancano, inoltre, le grandi interpretazioni per il piccolo schermo come “Anita Garibaldi”, “Era d’Estate” dove interpreta Francesca Morvillo, la moglie del giudice Falcone e in “Maltese, romanzo di un commissario”.

Nora Venturini è regista teatrale e sceneggiatrice. Ha scritto varie serie tv e tv movie per Rai e Mediaset e firmato numerose regie teatrali. Ha esordito nella narrativa con L’ora di punta, prima indagine della tassista Debora Camilli, (Mondadori 2017, ora in Oscar), cui ha fatto seguito Lupo mangia cane (Mondadori 2018) e Buio in sala (Mondadori 2019). La serie della tassista detective è stata pubblicata in Germania e in Spagna Latino America ed è stata opzionata per realizzare una serie tv.

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