La mostra utilizza gli strumenti della fotografia, dei nuovi media, si avvale di opere pittoriche, scultoree e arti decorative per indagare il modo in cui il paesaggio è stato percepito e rappresentato artisticamente dal 1850 fino ai giorni nostri, mettendo in luce quelli che sono stati i cambiamenti in materia di estetica e di codici rappresentativi e cercando al contempo di sensibilizzare la coscienza dei visitatori sul tema del degrado ambientale.
La rappresentazione del paesaggio è uno specchio dei tempi e riflette le radicali trasformazioni della cultura artistica e della società nel suo complesso: la pittura di paesaggio è infatti il frutto di un processo di interpretazione e ‘ricostruzione’ della natura, che coinvolge il momento storico di riferimento con il suo sistema di relazioni, la cultura artistica cui l’autore appartiene e la sua storia individuale.
La mostra si articola in vari capitoli che conducono lo spettatore a ripercorrere la lunga trasformazione che negli anni ha attraversato il paese dalla scoperta, in epoca ottocentesca, di un “paesaggio italiano” ereditato dal “Grand Tour”, offerto alla modernità come cornice d’inalterata bellezza, dalle demolizioni alle devastazioni delle guerre, agli sconvolgimenti legati all’epoca della ricostruzione postbellica, al definitivo tramonto del mito post-romantico e alla sua sostituzione con azioni di trasformazione così invasive e devastanti da far presagire una imminente Apocalisse.
La sezione fotografia è a cura di Maria Francesca Bonetti. La mostra è promossa dalla Fondazione per la Cultura Pontedera, dal Comune di Pontedera, dalla Fondazione Pisa, con il patrocinio e il contributo della Regione Toscana.